La meditazione è un esercizio in cui ci si impegna pienamente con il momento presente per cui è un modo fantastico per allenare la mente a essere più presente a ciò che sta accadendo in questo qui ed ora.
Il nemico della mindfulness, e in realtà di qualsiasi pratica di meditazione, è il perdersi nei pensieri. È questo “pensare senza sapere che si sta pensando”, il vero problema. Il problema non sono i pensieri in sé, noi abbiamo bisogno di pensare. Abbiamo bisogno di pensare per fare quasi tutto ciò che ci rende umani, dobbiamo ragionare, pianificare, avere relazioni sociali, Il pensiero è indispensabile per noi, ma la maggior parte di noi passa ogni momento della vita da sveglio a pensare senza sapere che sta pensando e questa automaticità è una sorta di telo gettato sul momento presente, un telo che distorce la realtà, distorce le nostre vite, distorce le nostre emozioni. È l'ingegnere della nostra infelicità in ogni momento perché la maggior parte di ciò che pensiamo è piuttosto sgradevole di default: stiamo magari giudicando noi stessi o giudichiamo gli altri, oppure ci preoccupiamo per il futuro, rimpiangiamo il passato, siamo in guerra con la nostra esperienza in modi sottili o grossolani e molto di questo dialogo interno è sgradevole e diminuisce la nostra felicità in ogni momento. La meditazione è uno strumento per tagliare, per interrompere questa continua conversazione che si ha con noi stessi. Se si pratica la mindfulness per 10 minuti per tre volte nel corso della giornata accade qualcosa di notevole alla tua attenzione nel tempo.
Siamo tutti multitasking al giorno d'oggi, sai che le persone guardano in media le loro e-mail circa 50 volte al giorno? Guardano Facebook 20 volte al giorno e questa è solo la punta dell'iceberg: c'è Instagram, ci sono le telefonate, c'è qualsiasi cosa tu debba fare e ciò significa per l'attenzione focalizzata è un potere in via di estinzione nell’ essere umano.
La nostra attenzione è talmente assorbita dalle distrazioni che raramente, se non mai, prestiamo attenzione al qui ed ora. È proprio questo che la mindfulness e la meditazione cercano di bilanciare un po', in modo che quando la mente si acquieta e si è effettivamente a casa nel proprio corpo, la distrazione svanisca. Svanisca e si entra in contatto con quella felicità di fondo che i greci chiamano eudaimonia. Già, perché il nostro stato vitale naturale, quando la mente è calma, è proprio la felicità.
Le ricerche dimostrano che le persone che meditano possono aumentare la loro capacità di attenzione. Infatti, in alcuni studi di ricerca si usa un compito chiamato compito di “accecamento attenzionale” in cui si mostra alle persone un certo numero di immagini diverse in sequenza molto veloce. Di solito i partecipanti sono in grado di notare un’immagine su quattro.
La ricerca ha dimostrato che dopo un ritiro di meditazione le persone tendono a non mostrare questo “accecamento attenzionale” o a mostrarlo meno. Il che significa che se calmiamo la nostra mente siamo in qualche modo in grado di cogliere meglio le cose nel nostro ambiente. Quando la nostra mente è molto stabile siamo in grado di vedere letteralmente più cose. Registrare di più.
C'è anche uno studio di Yale che ha esaminato quella che viene chiamata la “rete modalità predefinita del cervello”. È una serie di regioni cerebrali che sono attive durante la maggior parte delle nostre ore di veglia, quando svolgiamo le nostre attività ricorrenti come ossessionare noi stessi pensando al passato, pensando al futuro, facendo tutto tranne che essere concentrati su ciò che sta accadendo in questo momento. I meditatori non solo disattivano la “rete modalità predefinita” del loro cervello mentre meditano ma anche quando non stanno meditando. In altre parole, i meditatori impostano una nuova modalità predefinita e questa modalità predefinita è “concentrarsi su ciò che sta accadendo nel momento presente”
Stiamo accrescendo ogni giorno la nostra conoscenza sugli effetti a lungo termine della meditazione. In persone come i monaci che meditano per 50.000 ore nella loro vita sappiamo che questo cambia completamente le risposte elettrofisiologiche del loro cervello, hanno livelli molto più alti delle cosiddette onde gamma, che sono una particolare frequenza d’onda che tutti noi percepiamo per un breve periodo quando risolviamo un problema con il quale siamo alle prese.
Anche se si tratta di qualcosa che ci ha tormentato per mesi riceviamo circa mezzo secondo di gamma.
È l'onda più forte dello spettro. I meditatori di livello olimpico sono persone, le cui onde cerebrali mostrano onde gamma molto forti, come una caratteristica duratura indipendentemente da ciò che stanno facendo, non necessariamente durante la loro meditazione. Questo diventa il loro stato mentale quotidiano.
Abbiamo anche scoperto che in questi meditatori di livello olimpico quando chiediamo loro, ad esempio, di fare una meditazione sulla compassione, il loro livello di gamma salta da sette per cento a ottocento per cento in pochi secondi.
Lo speciale stato di coscienza che si vede nei meditatori di alto livello è molto simile a quello descritto nella letteratura classica sulla meditazione secoli fa. C'è infatti uno stato dell'essere che non è come il nostro stato ordinario. A volte è chiamato liberazione, illuminazione, risveglio.
Qualunque sia la parola, credo che non ci sia nessun vocabolo che possa descrivere ciò che è.
È una sorta di espansione; sei aperto, sei preparato a qualsiasi cosa possa accadere.
La scienza è davvero convincente: dimostra che la meditazione può rafforzare il sistema immunitario, abbassare la pressione sanguigna, aiutare ad affrontare problemi che vanno dalla sindrome dell'intestino irritabile, alla psoriasi, mentre le neuroscienze è dove la scienza diventa davvero fantascientifica. C'è stato uno studio di Harvard che ha dimostrato che brevi dosi giornaliere di meditazione possono letteralmente espandere la materia grigia in aree chiave del cervello che hanno a che fare con l'autoconsapevolezza e la compassione e ridurre la materia grigia nell'area associata allo stress.
I principianti che praticano la mindfulness, si scopre che fin dall'inizio hanno una migliore reazione allo stress, e ciò è visibile nelle funzioni cerebrali. L'area del cervello che reagisce allo stress è chiamata amigdala ed è il punto di innesco per la risposta di lotta, fuga o immobilità. È l’area che si attiva quando qualcosa ci fa arrabbiare all'improvviso o ci rende ansiosi.
L'amigdala nei meditanti è più silenziosa, è più calma di fronte allo stress e questo ci permette di essere più calmi in tutte le situazioni. Questo è un beneficio che vediamo fin dall'inizio quando pratichiamo.
Se si guarda a chi medita da più tempo, persone che hanno fatto più di mille o duemila ore di meditazione nell'arco della loro vita (e questo avviene naturalmente in chi fa mezz'ora di meditazione ogni mattina prima di uscire per la giornata), dopo un decennio l’ effetto cumulativo rende tali persone meno egoiste, meno attente solo a se stesse e più aperte verso le altre persone, più capaci di sintonizzarsi, più capaci di empatia e questo si manifesta anche in un cambiamento cerebrale significativo.
Come si arriva a meditare regolarmente? La risposta è iniziare molto in piccolo.
Meditare: questo è ciò che davvero aiuta a costruire e rinforzare il muscolo interiore della calma, dell’attenzione e della felicità.
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